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Questa storia è disponibile anche in spagnolo.
Oggi mi sono svegliata dal lato sbagliato delle nuvole. Avendo avuto il privilegio di godere di una incredibile quanto insolita ondata di Sole per più di un mese, la giornata di oggi sembra particolarmente cupa.
“Deh torna a me: deh torna o caro lume
E scaccia il rio timor che mi consume”
supplica Bradamante, nell’opera del XVI secolo “Orlando Furioso”.
Questo mi ha fatto pensare alla nostra bestia vecchia 4,6 miliardi di anni e alla sua testa scintillante. Lei, ammaliatrice, ci promette calore e felicità, e quando è offuscata dalle nuvole i nostri umori si afflosciano, come degli asciugamani bagnati. Ma che cosa le passa per quella sua testa? A volte ride e si accende, emettendo fiamme ardenti. È butterata, e certamente umorale. Il mese scorso uno scienziato ha perfino suggerito che forse sta attraversando la crisi di mezza età. Ma certamente siamo fortunate a starle vicino in questo momento, quando è nella sua forma migliore, perché fra pochi miliardi di anni si troverà involontariamente a sciogliere il nostro pianeta rendendolo un grumo appiccicoso, prima di arrivare alla sua rovina. Tutto ciò è piuttosto impressionante, per usare solo un eufemismo.
Calda e ardente
Il suo nucleo raggiunge i 15 milioni di gradi, una potente fornace. Le cose vanno via via rinfrescandosi dal nucleo ai 5.500 gradi Celsius della sua superficie visibile, che chiamiamo la fotosfera. Questo è lo strato in cui le particelle di luce, o fotoni, sono libere di fuggire verso lo spazio esterno. Ci si aspetterebbe che le cose si raffreddassero con l’allontanarsi dal Sole, ma nell’atmosfera accade qualcosa di davvero bizzarro.
La temperatura inizia a salire e arriva a picchi che superano gli 8.000 gradi Celsius. Ancora più in alto, oltre l’atmosfera solare, chiamata corona, la temperatura aumenta fino a milioni di gradi! Ciò accade perché il campo magnetico solare condiziona il modo in cui l’energia si sposta e dissipa nella sua atmosfera scarsa e tenue. Nonostante la temperatura ustionante, non è davvero “caldissima” perché la densità è molto bassa. È come entrare in macchina in una giornata particolarmente calda. Mentre toccare il cruscotto può essere ustionante, sederci in macchina non ci farà bruciare. Però un attimo, non sto dicendo che potete andare a sedervi nella corona!
La nostra stella, il Sole, non è pigra, ruota costantemente. Poiché è gassosa, ruota più velocemente all’equatore che ai poli. Ruotando una volta ogni 25 giorni all’equatore, necessita di più di 30 giorni per ruotare una volta ai poli. Per cui il suo campo magnetico, che scorre in dotti che si trovano giusto sotto la sua superficie, si attorciglia, e aggroviglia, e schizza fuori attraverso la superficie in certi punti. Questo rallenta l’emergere del materiale rovente proveniente dall’interno, rendendo questi punti meno caldi, e facendoli apparire di conseguenza più scuri rispetto alle zone circostanti. Li chiamiamo macchie solari. A volte, il campo magnetico viene deformato drasticamente, quindi le sue linee vengono recise, e causano le eruzioni più violente del nostro sistema solare, chiamate brillamenti. Questi brillamenti spesso sono accompagnati da correnti di venti supersonici e producono una quantità di energia pari ad un miliardo di bombe all’idrogeno. Quando il vento solare raggiunge la Terra qualche giorno dopo, può intrufolarsi nel suo scudo naturale attraverso il suo camino naturale, vicino ai poli. Le particelle energetiche del vento fanno esplodere gli atomi e le molecole dell’aria, e le animano in uno spettacolo magnifico, le aurore polari.
Una crisi di mezza età?
È da molto che sappiamo che la rotazione del Sole e il suo campo magnetico hanno una relazione molto intima. Ricordate le correnti che emergono dalla superficie di cui vi ho appena parlato? Le particelle che nuotano in quelle correnti seguono le vie del campo magnetico come formiche su una scia di feromone. Quando raggiungono una distanza sufficiente, si liberano e portano con sé il momento rotatorio o dinamismo che hanno sottratto al Sole. Questo processo rallenta gradualmente il Sole, ed è appunto conosciuto come freno magnetico.
Tuttavia, questa visione sembra essere cambiata proprio lo scorso mese. A quanto pare, il Telescopio Spaziale Keplero ha spiato migliaia di stelle, e anche qualche cluster. Ha rivelato che in alcuni cluster i componenti più giovani sono molto composti. Tuttavia, i membri di mezza età, particolarmente quelli del tipo esatto della nostra stella, non si comportavano da adulti! Piuttosto, ruotavano troppo velocemente per la loro età. Non sembrano proprio voler rallentare.
Sembra che i loro freni siano difettosi, e gli scienziati sospettano che ciò abbia a che fare con il moto occulto che si trova proprio sotto la superficie stellare, ovvero la convezione. Le cose potrebbero quindi essere ben più complicate di quanto avessimo pensato!
L’ inevitabile fine
Splenderà normalmente per vari miliardi di anni ancora, ma per noi terrestri la vita sarà ben lontana dalla normalità. La temperatura della Terra aumenterà costantemente, rendendo la vita sempre più ardua prima dell’arrivo del cataclisma finale. Fra circa 1 o 2 miliardi di anni il calore sarà tale da far bollire la maggior parte delle nostre acque e destabilizzare davvero la nostra biosfera, trasformando il nostro pianeta in un arido deserto. Qualche altro miliardo di anni dopo, qualunque cosa sia rimasta dei nostri oceani evaporerà, e la Terra sarà un pianeta arido, privo di vita, come Venere.
Beh, forse è meglio così, visto che quello che arriverà in seguito è un calvario infernale a cui nessun essere umano vorrebbe assistere. Fra circa 6 miliardi di anni, il nucleo del Sole esaurirà l’idrogeno e si gonfierà trasformandosi in un ardente gigante arrabbiato, inghiottendo anche Mercurio e Venere. Scioglierà il nostro pianeta trasformandolo in un grumo di magma, perfino Marte non sarà vivibile, e i distanti mondi ghiacciati come Urano e Nettuno inizieranno a riscaldarsi.
E da lì le cose continueranno ad essere sempre più infernali. Alla fine, l’elio del nucleo, il prodotto della combustione dell’idrogeno, si esaurirà. Come un bandito che non ha più niente da perdere, si gonfierà ancora una volta come un gigante e quello sarà il punto di non ritorno. Facendosi a pezzi per la disperazione, strapperà via i propri strati in anelli brillanti di gas e polvere, o nebulosa planetaria, che andranno alla deriva nel vento. Questa tragica fine risparmierà solo il suo cuore pulsante, delle dimensioni della Terra, che resterà un oggetto inanimato, nudo e abbandonato, chiamato nana bianca. Lasciato solo col proprio destino, si raffredderà e affievolirà nel buio, mentre il Sistema Solare si trasformerà in un posto freddo, desolato.
Così si consumerà la tragedia, e il resto sarà silenzio.
Adesso è sorta l’alba, la sua luce entra attraverso le mie finestre. Presto andrò a fare una passeggiata al mare, e mi rilasserò nel dorato scintillio del Sole, prima che sia troppo tardi.
Tradotto da Roberta Iacovelli.
Roberta ha studiato Lingue Straniere presso l’Università del Salento e la Universidad de Granada, è in procinto di consegnare le revisioni di una tesi di Master of Philosophy presso la City University, e ha iniziato un Dottorato di Ricerca presso la Universidad de Granada. Da sempre studia le questioni di genere, e l’accesso delle donne agli ambiti di studio e lavoro stereotipicamente meno convenzionali.
Jamy-Lee Bam, Data Scientist, Cape Town
Paarmita Pandey, Physics Masters student, India
Nesibe Feyza Dogan, Highschool student, Netherlands
Una, writer and educator
Radu Toma, Romania
Financier and CEO, USA
Yara, Lebanon
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