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Se Fatu e Sudan avessero avuto una scelta, avrebbero affidato la nascita del loro cucciolo a ad un’altra femmina?
L’idea di avere una terza persona che porta in grembo il figlio di una coppia può ancora sembrare insolita per molti. Tuttavia, la cosiddetta “maternità surrogata”, definita come un accordo attraverso il quale una donna accetta di dare alla luce il bambino di una coppia, esiste da tempo. Il primo esempio appare nella Genesi. La moglie di Abramo, Sara, chiese alla sua serva Agar di essere la madre del figlio di suo marito. Agar ha quindi interpretato il ruolo di una madre surrogata, fornendo l’uovo che verrà poi fecondato dallo sperma del padre previsto.
Vi aspettavate che questo articolo riguardasse gli animali in via di estinzione e la loro salvaguardia, quindi cosa c’entra la maternità surrogata umana, e chi sono Fatu e Sudan?
Fatu è un rinoceronte bianco settentrionale e insieme a sua figlia, Najin, sono gli ultimi due esemplari di rinoceronti bianchi settentrionali sulla Terra. Questa magnifica e antica specie ha pacificamente popolato il nostro pianeta per oltre 10.000 anni. Essi sono sopravvissuti a cambiamenti nelle stagioni, nel clima e nella natura, eppure questi mammiferi erano completamente indifesi contro la crudeltà e l’avidità dell’uomo, decenni di bracconaggio e perdita del loro habitat. Tre specie di rinoceronti sono in pericolo di estinzione, una quasi minacciata e una vulnerabile. Dopo la morte di Sudan, l’ultimo maschio nel 2018, l’estinzione del rinoceronte bianco settentrionale è diventata solo una questione di tempo.
Quest è la nostra ultima possibilità per aiutare a farli rinascere.
Fortunatamente, gli scienziati hanno conservato il seme di rinoceronti bianchi maschi del nord deceduti, ma né Najin né Fatu sono fisicamente in grado di trasportare un embrione a termine. La migliore strategia per salvare le loro specie è quindi la maternità surrogata.
Gli scienziati hanno studiato la conservazione delle specie attraverso tecniche di fertilità umana sin dagli anni ’90. Nel giugno 2019, il Prof. Hildebrandt e il suo team in Germania hanno lanciato BioRescue, un ambizioso progetto che utilizza la riproduzione e la tecnologia delle cellule staminali come ultima possibilità per salvare i rinoceronti. Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 4 milioni di euro dal governo tedesco nell’ambito di un’iniziativa per la conservazione della biodiversità.
Tuttavia, l’anatomia del sistema riproduttivo del rinoceronte rende questo compito incredibilmente delicato. Poiché il team non può permettersi tentativi ed errori, i ricercatori hanno usato i rinoceronti bianchi meridionali come “cavie”. I rinoceronti bianchi meridionali sono strettamente legati ai loro cugini del nord e sono buoni candidati per la lotta alla sopravvivenza degli animali in via di estinzione poiché essi stessi non sono a rischio di estinzione… ancora.
Gli scienziati hanno raccolto uova da 14 femmine del sud, nessuna delle quali ha avuto complicazioni. Il successivo traguardo è stato raggiunto a maggio 2019 quando hanno trasferito con successo un embrione di prova nell’utero di un esemplare femmina di rinoceronte bianco meridionale.
Ad agosto, gli scienziati erano finalmente pronti ad operare su Fatu e Najin. Uno sforzo multinazionale che ha coinvolto numerosi zoo, istituti di ricerca e gruppi di tutela è riuscito a raccogliere le uova delle ultime due femmine in una procedura incredibilmente delicata. Le uova sono state poi fecondate usando lo sperma conservato. A settembre due uova di Fatu si sono sviluppate con successo in embrioni vitali presso i laboratori italiani Avantea, a Cremona, dove sono conservate in azoto liquido per un futuro trasferimento.
Gli embrioni risultanti da questa fecondazione in vitro saranno trasferiti in un esemplare femminile di rinoceronte bianco meridionale nel prossimo futuro che fungerà da madre surrogata non solo di un rinoceronte bianco settentrionale, ma anche del nostro disperato tentativo di preservare la loro specie.
Anche se la procedura avrà esito positivo, tuttavia, si presentano numerose sfide. Come sarà garantita la continuazione della specie con un corredo genetico così limitato?
La risposta di BioRescue risiede nella tecnologia delle cellule staminali. Le cellule staminali sono cellule speciali con la capacità unica di dividersi e generare nuovi tipi di cellule. BioRescue mira a trasformare una cellula non riproduttiva, come ad esempio una cellula della pelle, in una cellula staminale, che può a sua volta diventare una cellula specializzata come un uovo o uno spermatozoo. Il team spera che ciò consentirebbe una popolazione più sostenibile e geneticamente sana di rinoceronti bianchi settentrionali.
Ancora una volta, rimane una sfida che è probabilmente la più importante: la natura selvaggia è un luogo sicuro per i rinoceronti bianchi settentrionali?
Gli scienziati potrebbero prendere in prestito l’utero di una specie diversa dagli animali in via di estinzione, ma non possono prendere in prestito un altro pianeta dove farli sopravvivere. Una madre surrogata può dare alla luce un figlio, ma una coppia dovrà allevarlo.
Prendersi cura della nostra casa, e della loro, è una responsabilità globale che ogni essere umano condivide. Dobbiamo essere consapevoli del nostro ecosistema nei nostri comportamenti quotidiani dall’abbandono della plastica monouso per strada, allo spegnere la luce, fino alla gestione degli sprechi alimentari e del consumo di carne. Queste azioni potrebbero non sembrare eroiche come dare alla luce un rinoceronte, ma contano altrettanto. Sono piccoli atti se visti singolarmente, ma collettivamente possono avere un impatto enorme.
I nostri sforzi potrebbero rivelarsi vani, ma almeno ci avremmo provato. Avremmo imparato come essere migliori per le prossime specie in pericolo. Saremmo in grado di dire a Madre Terra “abbiamo fatto tutto il possibile” quando Fatu e Najin esaleranno i loro ultimi respiri.
Tradotto da: Francesca Melle.
Francesca ha conseguito una laurea in Nanobiotecnologie presso l’Università del Salento (Lecce), al seguito della quale si è trasferita nel Regno Unito, dove sta svolgendo un Dottorato in ingegneria chimica presso l’Università di Cambridge.
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